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Teatro Studio Borgna ore 21 concerto del Kay McCarthy Ensemble
con Kay McCarthy, Susanna Valloni, Cristiano Brunella, Fabio de Portu, Stefano Diotallevi, Piero Ricciardi |
KAY McCARTHY
“L’Amore Tace”
(Anno 2014 – Storie di note /Helikonia)
distribuzione Egea
Italia
Il verde della sua Irlanda, smeraldo che incastona l’Atlantico gaelico del folk più esportato nel mondo, Kay McCarthy lo tramuta in speranza, quasi religiosa nel distaccarsi dal mondo terreno nelle liriche di “L’Amore Tace”, arcobaleno dalle tinte smorzate per congiungere materia e illusione nei frammenti di tredici canzoni.
Come Joan Baez il songwriting della singer, adottata con amore dall’Italia, racconta le piccole cose della vita, senza minimalismi eccessivamente elegiaci, piuttosto a tratti bucoliche narrazioni che hanno come ideali scenari in cui rivelarsi i ricordi di anni fa, potrebbe essere in alcuni testi il nostro dopoguerra, uno degli ultimi momenti in cui unione era voglia di ricominciare, ricordi indelebili così lontani.
O forse no…
Potere della poesia senza una precisa identità temporale, ognuno ci trovi il suo dopoguerra, la propria adolescenza, il proprio fuoco nei primi battiti d’amore, situazioni lontane dalle fredde e frenetiche quotidianità.
Poesie di una donna: un sottile femminismo non invadente è il messaggio di Kay McCarthy, poesie di una donna scritte per le donne, per ricordare cos’è una donna, corpo ed anima fusi assieme, utero e cuore, fragilità e forza, concetti un po’ desueti oggi.
Tristemente…
E le liriche scorrono pigre come un fiume sulle costruzioni sonore, chitarra e ritmica, in alcuni incontri con piccole percussioni (sarebbe bello pensare ad un bodhràn per onorare i natali dell’artista), delicato folk psichedelico (stupenda “Naufragio” per elegie e musica), ritrovando Simon & Garfunkel tra leggenda e realtà, incanto e disillusione, poderosa nel “Treno Dei Pendolari” così irlandese da evocare la lunga macchina di ferro ce scorre tra brughiere e villaggi, superando cavalli e monoliti erranti nel verde, fiumi e boschi, ancora una volta celtismi della terra di Llyr che rinascono all’ombra del Pantheon, Kay McCarthy sceglie la contaminazione sì ma senza perdere la sua eredità ben fissa nei cromosomi.
Accanto a lei un lungo elenco di musicisti: nel minimalismo folk delle tredici tracce, anche quando appaiono scarne ballate di scheletri e ricordi, la musica di sottofondo si riserva posti infilandosi negli spazi della voce, travolgente e passionale, quasi lied prussiano nel dolente romanticismo di “Separazione”, un disco per commuovere, riflettere, capire un po’ di più ciò che ci è accanto nel quotidiano ma che diamo per scontato.
Nicola Tenani
Etica di Assonanze e Consonanze per Voce trasparente e Musica semplice
http://www.romainjazz.it/recensioni/1566-kay-mccarthy-lamore-tace-helikonia-2013
Fosse solo per l’atmosfera bruna e dilatata nelle dinamiche musicali, potremmo aver la sensazione di essere in una Terra di Confine fra mondo Celtico moderno, cultura operistica e clima cantautoriale di indubbia qualità espressiva.
In realtà la vocalist irlandese, ormai italiana da tempo, pone il suo canto con la vitale leggerezza dei bardi e con la spontanea emotività dei Minnesänger nordeuropei, presentando un repertorio compositivo nel quale l’elemento “popolare” interseca un’intenzione poetica di profonda intimità, di ricerca di un equilibrio sia armonico che testuale. Le canzoni (sì, di “canzoni” si tratta, filologicamente parlando) narrano temi sottesi allo Spleen meditativo dell’Arte novecentesca, tensioni metafisiche e umori elegiaci nei quali si avverte un intatto candore morale, nel quale ogni istante della vita viene avvertito come definitivo ed ogni ricordo “inventato” come parte di un’Era Aurea dalle radici antichissime, così come dimostrano gli arrangiamenti, essenziali e“nudi”, e la scelta di un uso degli strumenti solisti del tutto atecnologico, dionisiaco intuiremmo, incontaminato e onirico, a partire dal liquido e notturno pianismo di Arturo Annecchino e dal sax spirituale di Fabio Scanzani.
Questo habitat inquieto da “chansonnier” è nell’animo tormentato dell’ultimo brano, “L’amore tace..”, e che “tace” soprattutto nella sospensione dell’Omissis e come title track dell’album, non a caso posta alla conclusione: una Fuga sul Tempo e sull’Amore declinata in sei lingue, come luogo (in)accessibile, come Marea folta di un Andare espressionistico e soggettivo che in pittura riferiremmo ad Henri Matisse, in letteratura a Max Scheler e Franz Kafka, in musica all’astrazione lirica di un “Pierrot lunaire”, nel quale l’atonalità di Arnold Schönberg venga depurata della sua carica dodecafonica e simbolista. Del resto il Tema fondamentale della Visione è posto dalla melodia nebulosa e antiaccademica dell’incipit, “Passi nella notte”, versione minimalista di un’intenzione al di là di qualunque trasposizione ipercolta e neoavanguardistica; intenzione che percorre il “mondo dove tutto tace” di “Ricordati di me, di noi..” e il “vento che trattiene il fiato” di “Naufragio”, ove l’impulso della Parola lucida e frastornata di Giuseppe Ungaretti (“Allegria di naufragi”, 1916) rende il “silenzio dell’orgoglio” inutile quanto umanamente vero nell’abbandono dell’amante in “Separazione”.
Nei testi s’intuisce un’amara religiosità, non sappiamo se laica o meno : “Padre mio perché m’hai abbandonato? Non mi hai salvato dallo stato creditore né dallo stato debitore che m’ha indotto in letale tentazione. Perdonatemi!” (“ Ultima preghiera”, evidente riferimento ai suicidi per tasse e Default, Spread e cazzate varie della crisi che paga le banche); “Sono il corpo che si offre, si prende, si nutre, si uccide. Sono il corpo dolore che si usa si abusa, sono il corpo nello spazio, nel tempo” (“Il corpo” di prostituta e di chiunque venga abusato, ma noi leggiamo anche il Corpus Christi nella poesia-canzone di Piero Ricciardi). Temi urgenti e ancor più presenti nella denuncia civile de “La ragazza dell’Est” (“Morì con un colpo al cuore. Era bella. Sapeva donare l’amore”), di “Naufragio” (“Africa madre addio…la fragile barca si spezza in due, lamenti e grida d’orrore…nessuno ci cerca”) e de “Il treno dei pendolari” (“Hanno rubato di nuovo il Rame. Bisogna aspettare. Il treno calmo, tanto fiero, porta la gente tutta nera al lavoro, a scuola, a casa. Botte da orbi alle stazioni, mica è scoppiata la rivoluzione?”).
Colpisce l’immagine disadorna ed essenziale di “Se i Se”: “Se i governanti di questa terra / fossero bimbi solo per un dì / si smetterebbe di fare la guerra / farebbero sogni grandi così / Se il sorriso d’ogni bambino fosse patrimonio dell’umanità / avremmo un pianeta migliore / sarebbe un cristallo multicolore”. Una ballata semplice in forma di filastrocca, versi e immagini umili in cui riconoscere la prima purezza di cui questo pianeta davvero necessita. E questo invito silenzioso non può non appartenere a ciò che Arte vorremmo considerare, sempre.
Fabrizio Ciccarelli
NEWS Roma, 15/01/2014 (informazione.it - comunicati stampa) Dopo oltre un mese vitalissimo su Itunes approda ora anche nei negozi L’amore tace, il primo album in italiano (Storie di Note/ Helikonia, distr. Egea) di Kay McCarthy. Un mese che ha visto Separazione e Passi nella notte con Arturo Annecchino e Ultima preghiera con Alfonso De Pietro superare nelle classifiche del celeberrimo shop online tanti suoi stessi brani in rete già da diversi anni.
Un progetto nato da un’idea di Piero Ricciardi, compagno di note e di vita di Kay, che ha sognato e costruito attorno alla voce e alla musicalità della grande artista irlandese un progetto minimalista ed intenso che racconta i dolori del mondo, squarci di poesia e di cronaca che narrano di una realtà che perde la sua anima e in cui, appunto, l’amore tace. Al suo fianco i musicisti che la supportano da sempre e i compositori con i quali ha condiviso la scrittura e l’arrangiamento di queste pagine intense e commoventi: Arturo Annecchino, Alfonso De Pietro, Fabio De Portu, Stefano Diotallevi, Ugo Dorato, Mirko Fabbreschi, Leno Landini, Mauro Orselli, Piero Ricciardi, Fabio Scanzani, Susanna Valloni. E, cosa tutt’altro che semplice, con tante differenti personalità coinvolte, un album coerente, coeso, sorprendentemente organico, per il quale è prevista anche una versione in lingua inglese che uscirà fra il 2014 e il 2015.
dal sito di www.fullsong.it http://www.fullsong.it/Community/Concerti/Kay-McCarthy-canta-italiano-con-L-amore-tace/258-4-1.html
Dopo la presentazione del 20 novembre scorso a Roma, esce su Itunes e nei negozi "L'amore tace",
piccolo gioiello firmato Kay McCarthy che si rimette in gioco e canta in italiano.
Si era un po’ stufata dell’immagine che oltre trent’anni di carriera le avevano cucito addosso e ha deciso di intraprendere una nuova strada. Stiamo parlando di Kay McCarthy che è uscita con un nuovo cd (Storie di Note/ Helikonia, distr. Egea): tredici tracce tutte in italiano per un viaggio minimalista compiuto al fianco di illustri musicisti come Arturo Annecchino, Alfonso De Pietro, Fabio De Portu, Stefano Diotallevi, Ugo Dorato, Mirko Fabbreschi, Leno Landini, Mauro Orselli, Piero Ricciardi, Fabio Scanzani.
Ne risulta un affresco a tinte pastello sui tanti dolori del tempo d’oggi in cui drammaticamente l’amore perde la sua voce: il dolore di tutti coloro che vengono seppelliti dalle acque del mare nei tanti, numerosi naufragi che maculano di il buio di morte nel nostro Mediterraneo; il dolore della ragazza dell’Est che insegue il sogno di una vita migliore e trova il proprio abrutimento; il dolore straziante che taglia cuore e budella in una separazione. E poi, la fatica del vivere dei pendolari; o la tragedia del piccolo imprenditore che preferisce il suicido allo stillicidio del proprio fallimento.
Il sound non dimentica certo mood di area celtica che abbiamo tanto amato in Kay McCarthy, ma sa contaminarsi con la musicalità diversissima di artisti come Arturo Annecchino, che ci regala qui due momenti veramente magici, o del pirotecnico Leno Landini e del profondo Alfonso De Pietro.
Un album personalissimo e al contempo corale, molto toccante, in cui Kay McCarthy ha il coraggio di affrontare una metrica tanto differente da quella a cui le sue lingue, sia il gaelico che l’inglese, l’avevano abituata. Un esperimento non privo di complessità che tuttavia la grande artista affronta e supera. Con un grande e luminoso coraggio: quello del sapersi mettere in gioco. E’ solo dei grandi artisti avventurarsi verso strade nuove proprio quando la vecchia è considerata di sicuro successo.
Kay Mc Carthy "cambia musica"
è uscito
il CD "L' amore tace"
nuovo album con 12 brani inediti in italiano
con consegna entro 7gg
è anche scaricabile "legalmente" da I-Tunes:
Lara Maroni bookingkeysound@gmail.com +39 335 6532092
Ufficio stampa
Studio Alfa www.alfaprom.com